Solfiti nel vino
Facciamo chiarezza

Casale Daviddi

Il dibattito sui solfiti nel vino è un argomento molto caldo. C’è chi sostiene che sia impossibile fare il vino senza solfiti e chi dice il contrario, chi sostiene che facciano male e chi, invece, che entro certi limiti siano innocui.

Oggi siamo qui per fare chiarezza.

Cosa sono i solfiti


I solfiti sono delle sostanze chimiche usate nell’industria agroalimentare come conservanti. Servono a rendere inefficaci i batteri che potrebbero danneggiare il prodotto e a preservarlo dal deterioramento dovuto all’azione dell’ossigeno, preservandone il gusto.

Hanno proprietà macrobiotiche e antiossidanti, per questo conservano le qualità originali degli alimenti e impediscono il proliferare dei batteri.

Nel vino vengono aggiunti artificialmente e creati naturalmente dai lieviti presenti nella buccia dell’uva, che li liberano durante la fermentazione.
Tuttavia, la produzione naturale di queste sostanze, a volte, non è sufficiente alla conservazione del vino e quindi viene aggiunta una dose in più. Questa aggiunta, però, segue regole precise e, soprattutto, viene fatta in proporzione con la quantità di prodotto da preservare.

Come si stabiliscono le quantità e le modalità di utilizzo


Quantità e modalità variano a seconda del tipo di uva, delle sue caratteristiche e del tipo di vino che si vuole produrre.

Se le uve usate per il vino sono sane, la carica batterica sarà minore e quindi i solfiti aggiunti saranno pochi, in tutte le fasi della vinificazione.

In linea di massima, il vino bianco richiede più solfiti del rosso.

Quali sono gli effetti dei solfiti sul nostro organismo?


I solfiti sono considerati degli allergeni, ma secondo lo European Food Information Council questa è una semplificazione per facilitarne la catalogazione. Infatti, in caso di reazione a queste sostanze, non si va incontro a shock anafilattico o altri effetti avversi gravi.
Gli effetti collaterali più diffusi sono mal di testa nei soggetti sensibili o fiato corto nei soggetti asmatici, e tosse.
Chi non ha sensibilizzazioni a queste sostanze di solito non ha reazioni di nessun tipo.
Per questi motivi sono stati stabiliti dei limiti massimi di utilizzo, superati i quali il prodotto non è più commercializzatile e usabile.
Inoltre, secondo la normativa, se in una bottiglia sono presenti più di 10mg di solfiti, bisogna riportarlo in etichetta.

Si può produrre vino senza solfiti?


Come abbiamo anticipato prima, i solfiti sono contenuti naturalmente nella buccia dell’uva. Quindi la risposta è no, non è possibile.
Se ti stai chiedendo se sia possibile produrre vino senza l’aggiunta di solfiti chimici, la risposta è no.
I solfiti sono la soluzione migliore per mantenere il vino integro. Si potrebbe lavorare sulla regolazione delle temperature, ma non è un metodo efficace, perché un minimo sbalzo di temperatura rischierebbe di compromettere il prodotto.

Quindi? La normativa ha stabilito i limiti e le modalità di impiego di questi additivi. In linea generale, si sta cercando di usarli il minimo indispensabile.





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